venerdì 12 dicembre 2008

UN PASSO AVANTI

Mette al bando la produzione, l'uso, lo stoccaggio e il commercio di micidiali ordigni e obbligai Paesi che lo fanno proprio ad aiutare le Nazioni e le persone che ne sono vittima.
Frutto di un lungo quanto tribolato percorso politico-diplomatico, il Trattato sulle cluster munition (le bombe a grappolo) è finalmente una realtà. L'hanno già firmato 94 stati.
" Figurano molti Paesi europei come Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Norvegia e Svezia; diversi Stati africani ( tra cui alcuni reduci da sanguinose guerre, è il caso per esempio di Mozambico, Sierra Leone e Congo); alcune potenze medio-grandi d'Oltreoceano (Canada, Argentina, Cile e Australia), ma mancano all'appello quanti le cluster munition le fabbricano e le utilizzano: Usa, Russia, Cina, India, Pakistan, Israele", commenta Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna italiana contro le mine.
"Le belle parole pronunciate dal sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Scotti, in occasione della firma dell'Italia, durante la Conferenza Internazionale svoltasi a Oslo dal 2 al 4 dicembre, rischiano di essere sconfessate nei fatti dell'azzeramento del Fondo per lo sminamento umanitario ( 2.200.000 euro) di cui non c'è più traccia nella legge finanziaria in discussione. Anche Jody Williams, premio Nobel per la pace del 1997, ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi affinchè ci ripensi", chiude Schiavello.

1 commento:

The young Jack ha detto...

E ora vedremo la differenza tra i sinceramente volenterosi e gli opportunisti.
Aspettiamo.